Tutti i giornali ne hanno riportato la cronaca, interrogandosi sul perchè di certi accadimenti che di tanto in tanto si verificano tra il cane e l'uomo.
Tutto il rammarico e la solidarietà vanno indiscutibilmente all'anziana signora che per'altro speriamo possa riprendersi presto da questa orribile esperienza, ma visto che questo blog si occupa di animali e, nello specifico, prevalentemente di cani, vorrei prendere spunto da questa vicenda per evidenziare, ancora una volta, quanto la qualità della cultura cinofila in Italia sia SCARSISSIMA.
E' successo infatti che due giornalisti, un certo Fabio Maccheroni (leggi il suo articolo)http://www.leggo.it/roma/nera/vanno_eliminati_o_messi_in_gabbia/appr/1636.shtml
e tale altro Andrea Belelli (leggi il suo articolo)http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/18/psicoanalisi-canina-la-colpa-dellaggressivita-del-cane-e-del-padrone/297051/
abbiano voluto trattare l'argomento in maniera strampalata, inserendo loro personalissime opinioni basate sulla completa ignoranza della materia cinofila, dimostrando chiaramente di non conoscere minimamente il cane, il suo mondo, la varietà di dinamiche che intervengono in fatti come questo, e di trattare l'argomento in modo dittatoriale, mandando messaggi fuorvianti inneggianti all'accensione di sacre pire.
Inoltre, scomodare la psicanalisi per capire come mai gli addetti del settore e i cinofili in generale si siano indignati leggendo tante sciocchezze, mi sembra ridicolo e imbarazzante per l'autore, che non perde occasione di dimostrare la sua incompetenza, non solo in ambito cinofilo, ma anche in quello psicanalitico e socioculturale.
Credo che il dovere dei mass media, dei buoni giornalisti e della corretta informazione, sia quella di divulgare notizie, possiblmente rispondenti al vero.
Se poi un giornalista vuole arricchire l'articolo con sue personali opinioni dovrebbe, per il minimo sindacale, informarsi su ciò di cui vuole opinare.
In questi articoli non è stato fatta nè l'una nè l'altra cosa.
Esprimere assurdità, giocare disonestamente sull'onda emotiva cinofobica che certe notizie suscitano nell'utente medio, erigersi a giustiziere delle razze canine che non corrispondono ai propri piacimenti, non rispecchia i criteri del buon giornalismo.
Questi giornalisti forse non si sono mai chiesti come mai quotidianamente i Rottweiler, come tanti altri cani, vengono impiegati in servizi di aiuto a persone disabili, pet therapy, ricerca persone e altri impeghi di utilità per la persona umana.
Il Rottweiler è un cane indubbiamente potenzialemte più pericoloso (se gestito male) di un chihuahua, indubbiamente, ma questo non fa di lui un cane assassino o una belva feroce per DNA.
Il Rottweiler, come tutti i cani, va saputo gestire, educare, allevare e socializzare. Deve avere un padrone capace, coerente, responsabile ed affidabile! Se ci fossero sempre questi presupposti nelle relazioni col cane non dovremmo più rammaricarci per fatti di aggressione come questi.
Ma siccome tutto quanto concerne il cane è in mano all'uomo che è, per sua convenienza, prevalentemente deresponsabilizzato e disinformato, il percorso per aumentare la cultura cinofila in Italia ed eliminare gli episodi di aggressività è ancora lungo e voi di certo, giornalisti disinformati, non aiutate!
Cari giornalisti, indignarsi per quello che avete scritto è d'obbligo e questi articoli di scarso contenuto certo non servono alla diffusione di una corretta cultura cinofila, anzi.
Per cercare di rimediare al danno provocato alla cinofilia e al buon giornalismo dai vostri articoli pubblico qui http://www.tipresentoilcane.com/2012/07/19/lettera-aperta-al-giornalista-fabio-maccheroni-di-leggo/#comment-21388 la risposta della giornalista Valeria Rossi (che appoggio in tutto) inviata alla direzione di Leggo, uno dei giornali che ha ospitato le vostre opinioni.
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